QUARTETTO D’ARCHI SILENTI
Primo movimento : Arthur C.D.
La trama del successo è ingannevole e le sue logiche non appartengono a questo mondo.
Non troverai nessuno che saprà dirti cosa fare, ma tu considera sempre il rapporto tra le distanze perché quel che vedi apparire appena sopra l’orizzonte potrebbe rivelarsi immenso al tuo cospetto. Un maremoto tremendo e prorompente.
Puoi dedurre dalla pura forma cosa nasconde al suo interno ? Se non conosci l’esistenza del nocciolo, ingoieresti un’albicocca intera ?
Non è difficile risolvere un crimine se tu stesso l’hai inventato, ma non avrei mai immaginato che il figlio diventasse più famoso del padre. Che quel mio figlio di carta si facesse carne passando dagli occhi alla mente delle persone, che per essi diventasse un amico famoso con cui passare il tempo. Con pipa, violino e un brutto berretto. E non sono mai sazi, loro, ne vogliono ancora di quel tempo insieme. Sempre di più. Altre storie, altri crimini, altri racconti. Ancora parole e invenzioni. E allora sei costretto a continuare finché non ti accorgi che hai stretto l’albicocca così forte da perderne il succo e frantumarne il seme.
Porre fine all’agonia di un figlio è un atto di pietà e liberazione.
Ho già scritto tutto.
Non ho altro da aggiungere.
Secondo movimento : Beatrice C.
La trama di questo velo è ingannevole. Nasconde il mio volto dalla morbosità della gente e mi condanna a sapere di poter vedere ciascuno di quegli sguardi rivolti al mio supplizio. Ciglia celate dietro un manto di compassione per non ammettere di essere qui per dissetarsi alle mie lacrime. Ma non sapete che la fonte del mio cuore si è esaurita e non potrò più piangere, nemmeno per la mia anima ?
È ora. Quasi all’alba di un nuovo secolo il boia taglierà la mia testa sotto gli occhi immobili delle statue di Pietro e Paolo che mi osservano muti di là dal ponte. Quanta gente è morta ai piedi di Castel Sant’Angelo ? Le pietre, come gli uomini, non sono ancora stanche di assorbire sangue e nulla importa se lo strazio è di colpevoli o innocenti. Il sangue chiama solo altro sangue.
Ho attraversato la vita con passo delicato, ma non è stato sufficiente per restare inosservata.
Più volte sono stata violata da chi avrebbe dovuto proteggere la mia anima tenendola tra le mani. Mio padre, i miei fratelli, il mio amore e quegli uomini di Dio che mi hanno dato solo disprezzo, torture, morte. Anche il sarcofago dove speravo di trovare pace è stato profanato.
La mia triste storia ha solleticato la fantasia di pittori, scrittori e registi. Uomini di fama di ogni luogo ed epoca hanno permesso al mondo di tenermi a mente, ma non so se tenendo spalancata la porta sul mio ricordo abbiano reso onore a me o a loro stessi.
Io vorrei solo restare ferma, immobile. Vi prego, ora basta, chiudete quella porta e dimenticatemi.
Terzo movimento : Francis B.
La trama di una tela è ingannevole. È un orologio che batte il tempo che è passato stratificando abbozzi, errori, ripensamenti. Diventa una crosta spessa che porta sotto di sé tutta la sua storia.
Ditemi, voi cosa fate per essere più sicuri e rendere la crosta più sottile ? Per non sbagliare ? Dove trovate ispirazione per creare ? Create o volete che altri lo facciano per voi ?
Io ad esempio riempio il mio naso di odore di marcio e di merda. Non scherzo, non venite a bussare alla porta del mio studio chiamandomi maestro se non siete in grado di capire.
Non chiedetemi perché, non mi interessa cosa avete da dire. Cosa pensate di me, delle mie opere. Non fatemi parlare. Non voglio parlare. Se volete capirmi entrate e guardate. Guardate i miei quadri, i miei disegni che fissano su carta i brandelli della mia anima, e che fissano voi mentre li guardate e che fissano me mentre do corpo all’invisibile che mi chiede di farlo entrare in questo mondo. Segno dopo segno.
C’è chi ha detto che se non avessi iniziato a dipingere sarei diventato un serial killer. C’è chi ha cercato di entrare nella mia testa per darmi una storia, attribuirmi una causa, qualcosa che gli spiegasse quel senso di schifo che gli torce lo stomaco davanti alla tela, facendo finta di non sapere che in realtà ciò che vede è il suo riflesso.
Sono pazzo io a non aver paura di ciò che vedo o siete pazzi voi che vi riempite occhi, orecchie e bocca di tutto ciò che vi permette di non vedere il torbido che vi guizza sotto pelle e che cercate di ricacciare in sogni da non ricordare ?
Che senso ha non dare odore all’evidenza ?
Quarto movimento : Wendy T.
La trama dell’amore è ingannevole e muta forma, come acqua.
Da bambina disegnavo coi pastelli la famiglia che avrei avuto. Usavo quella carta marrone che il macellaio dava a mia madre per avvolgere la carne, cercando di non guardare le gocce di sangue secco che macchiavano il mio sogno.
Io, un marito premuroso, un bambino sorridente.
Volevo un castello, ma è arrivato un hotel a farci da casa.
Forse il mio disegno non era poi così chiaro e di quel desiderio si è avverato solo l’involucro.
Io, Jack, Danny.
Siamo soli qui. In mezzo a un nulla coperto di neve
Troppo lavoro e niente svago rendono Jack un ragazzo annoiato.
Appoggio la fronte alla finestra della nostra camera. La condensa mi imperla le ciglia e scende in vischiose lacrime al centro del naso. Sembra una matita che traccia il mio profilo al muro, ferma per sempre su queste pareti, inglobata, senza speranza di uscita.
Fuori un buio coperto di bianco e ancora neve.
Cumuli di neve.
Altra neve.
Solo neve.
Muri di neve che escludono il sole un fiocco dopo l’altro.
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